Oramai siamo alle porte del tempo di Quaresima. Mercoledì prossimo, il 5 marzo, è il giorno delle Sacre Ceneri, inizio ufficiale del tempo di attesa della Pasqua (almeno per la maggior parte della Chiesa Latina). Ma, per il momento, ancora dobbiamo vivere questa domenica del tempo ordinario, l’ottava. Eccone la colletta (testo latino, traduzione italiana ufficiale, nostro tentativo di traduzione letterale):
Da nobis, quæsumus, Dómine, ut et mundi cursus pacífico nobis tuo órdine dirigátur, et Ecclésia tua tranquílla devotióne lætétur.
Concedi, Signore, che il corso degli eventi nel mondo si svolga secondo la tua volontà nella giustizia e nella pace, e la tua Chiesa si dedichi con serena fiducia al tuo servizio.
Ti preghiamo, o Signore, concedi a noi che la rotta del mondo venga tracciata per noi tramite il Tuo pacifico ordine e che la Tua Chiesa si allieti in serena devozione.
Ti preghiamo (quæsumus, verbo, indicativo presente, da quaesere, «pregare, implorare, supplicare»), o Signore (Dómine, nome, vocativo maschile singolare, da Dominus, -i, «Signore»), concedi (da, verbo, imperativo presente singolare, da dare, «dare, concedere, accordare») a noi (nobis, pronome, dativo plurale, da nos, nostri, «noi») che (ut, congiunzione subordinante che regge due completive al congiuntivo, «che») [e (et, congiunzione coordinante, «e»)] la rotta (cursus, nome, nominativo maschile singolare, da cursus, -us, «corso, rotta, percorso») del mondo (mundi, nome, genitivo maschile singolare, da mundus, -i, «mondo») venga tracciata (dirigátur, verbo, congiuntivo presente passivo, da dirigere, «dirigere, svolgere, tracciare») per noi (nobis, pronome, dativo plurale, da nos, nostri, «noi») tramite il Tuo (tuo, aggettivo, ablativo maschile singolare, da tuus, tua, tuum, «tuo») pacifico (pacífico, aggettivo, ablativo maschile singolare, da pacificus, -a, -um, «pacifico») ordine (órdine, nome, ablativo maschile singolare, da ordo, -inis, «ordine, norma, metodo») e che (et, congiunzione coordinante, «e») la Tua (tua, aggettivo, nominativo femminile singolare, da tuus, tua, tuum, «tuo») Chiesa (Ecclésia, nome, nominativo femminile singolare, da Ecclesia, -ae, «Chiesa») si allieti (lætétur, verbo, congiuntivo presente deponente, da laetari, «allietarsi, rallegrarsi, gioire») in serena (tranquílla, aggettivo, ablativo femminile singolare, da tranquillus, -a, -um, «tranquillo, quieto, sereno») devozione (devotióne, nome, ablativo femminile singolare, da devotio, -onis, «devozione»).
Questo testo è abbastanza antico. Si ritrova già nel Sacramentario Veronese e anche nel Missale Romanum 1962 (nella quarta domenica dopo Pentecoste).
Rispetto alle classiche collette romane che siamo soliti esaminare, qui notiamo una particolarità: manca quell’inciso che spesso ritroviamo e tramite il quale si enuncia di solito una caratteristica di Dio o del mistero che si celebra. Qui invece la colletta, dopo la generica invocazione orante al Padre, rivolge direttamente due preghiere. Nella prima si chiede che il percorso, la rotta, lo svolgersi delle vicende umane venga permeato dalla pacifica volontà di Dio. E come non pensare ai venti di guerra che soffiano in questi giorni nell’Europa orientale? Ma non solo lì: ancora quante cruente battaglie si svolgono nel mondo, quante rivolte contro Dio, quanta mancanza di serenità, di giustizia e di pace!
Nella seconda richiesta si prega perché la Santa Chiesa di Dio possa rallegrarsi in serena devozione, cioè nel costante sentimento rivolto al suo Signore.